La sottile differenza fra influencer e marketing verticale. L’infinita tristezza delle influencer pagate a prodotto venduto

Mi capita spesso, soprattutto in Italia, di essere contattata da aziende che “cercano” influencer per una collaborazione col proprio brand e, di fatto, propongono contratti praticamente simili al marketing verticale (giusto per intenderci : sulla falsa riga di Avon, Herbalife, Juiceplus eccetera.). Guardano il tuo profilo in maniera sommaria (tanto non gli interessa!) e ri-pagano la tua “influenza” pubblicitaria attraverso delle vere e proprie provvigioni. Ergo : hai una percentuale se vendi il prodotto. Ergo numero due: volente o no … sei una ri-venditrice sotto un sistema molto simile al marketing piramidale.

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Io credo che la confusione sia stratosferica. Ma la verità é che le aziende, se hanno un reparto di marketing serio, sanno perfettamente cosa stanno facendo. E puntano sul fatto che, invece, molte ragazzine (che aprono un account instagram con tre rossetti e sei mi piace) credano di essere influencer senza rendersi conto di come dovrebbero, in realtà, funzionare le cose.

Molte vengono contattate, e cascano in una sottospecie di trappola legalizzata. Devono fare pubblicità a un prodotto o servizio e se lo vendono (attraverso un sistema raffinato di codici e link) hanno una piccola percentuale sul venduto. Molte aziende … ti proprio di avere un’area sul sito madre che funziona proprio come un vero e-commerce personale.

Ma vi svelo un piccolo segreto : le vere influencer, quelle che hanno i numeri e l’esperienza, non si lasciano assolutamente prendere in giro da una cosa del genere.

  • Il metodo di solito usato per pagare un influencer é il pay per post o pay per video. Già solo il fatto di creare un contenuto sul brand automatizza (dopo accordi) un pagamento. La cifra dipende ovviamente da quanti followers o subscribers ha l’influencer. Per questo ci sono rigidi criteri e, credetemi, di solito si fanno incontri di ore o chiamate video per discutere dettagli e strategie.
  • Un altro metodo é il CPE (Cost per engagement) o il CPC (Cost per click). Sono entrambi metodi di cui potete leggere in giro sul web. Non vi tedierò a meno che qualcuna di voi non sia davvero interessata a sapere di cosa si tratta. Vi basti per ora sapere che nessuno dei due comprende la vendita del prodotto.
  • Altra cosa fondamentale : di solito …. alle Influencer non si chiede mai di pagare la merce. L’azienda regala i prodotti. Se l’influencer é medio-piccola (parlando di traffico sui canali) anche questo é un metodo possibile per contro-ricambiare la pubblicità sui propri canali. “Ti regalo il prodotto e tu ne parli”. Un pò come i magazine che recensiscono dischi o libri …
  • La mia esperienza personale? Mai in Italia o Inghilterra ho accettato di fare pubblicità a un brand e guadagnare sul venduto. Mi dispiace. Io faccio informazione. Parlo delle tendenze. Se un marchio o un’azienda mi convincono le posso promuovere e lo faccio molto volentieri. Ma con dignità e alle mie condizioni.

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Consiglio : se vi contattano senza organizzare un meetup, senza chiedervi statistiche e informazioni relative a quali canali usate, che conoscenze di digital marketing avete e, al contrario, vi informano immediatamente che vi pagano a prodotto venduto …. informatevi molto attentamente e classificate la cosa come sospetta. Fare pubblicità a un’azienda é comunque un lavoro. Considerate molto bene se, la fatica e il tempo richiesto, valgono poi i tre spiccioli che potreste guadagnare.

E cercate di tenere sempre a mente che Influencer, Testimonial e Ambassador non sono assolutamente la stessa cosa. Ma su questo …. ci torno un altra volta. Quando mi sentirò meno inacidita.

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